Filler a base di acido ialuronico: ecco perché non sono tutti uguali
Se fino ad oggi pensavi che “Di filler c’è n’è uno”, sono qui per spiegarti che non è proprio così.
Di filler ne esistono numerose tipologie, che differiscono l’una dall’altra per diversi fattori.
È il medico estetico che si preoccupa di scegliere quello più adatto in base alla zona da trattare, ma di questo ne parleremo meglio fra qualche minuto.
Prima vorrei partire dalle basi, e spiegarti che cos’è il filler e da cosa è composto.
Che cos’è il filler?
Dal punto di vista chimico l’acido ialuronico è un polimero lineare appartenente alla classe dei glicosaminoglicani.
È un parolone un po’ difficile, lo so, ma ti basti sapere che in pratica è uno dei componenti fondamentali dei tessuti animali: a livello della cute, ed in particolar modo nel derma, è presente sia in forma libera, sia unito alle proteine.
Conferisce alla cute idratazione grazie alle sue capacità di trattenere l’acqua e tonicità grazie alle sue proprietà di aggregante della matrice extracellulare (la sostanza “compattante” il derma).
Una sua carenza determina un indebolimento dell’impalcatura della cute con conseguente riduzione di tono, idratazione e resistenza: tutto ciò determina la formazione delle rughe.
In che forma si presenta in natura?
L’acido ialuronico libero non ha proprietà biomeccaniche, ciò significa che è liquido, non è un gel solido come siamo abituati a vederlo nella siringa.
Perché quindi viene reso gelatinoso? Se venisse iniettato in forma liquida sotto una ruga per risollevarla, non si avrebbe nessun risultato; inoltre, essendo liquido sarebbe assorbito dal tessuto nel giro di poche ore.
Per questo motivo, l’acido ialuronico deve essere trasformato in gel: un gel in grado di reggere il peso di un tessuto e sollevarlo, nel caso ad esempio di una ruga cutanea.
Il gel di ialuronico dei filler (quelli che vengono commercializzati e utilizzati come dispositivi medici) è creato attraverso processi per acquisire proprietà biomeccaniche (viscosità ed elasticità) e per integrarsi nel tessuto (quello che viene definito durata).
Durante il processo di lavorazione si utilizza una sostanza chimica legante, anche detta cross-linkante per creare dei legami tra i filamenti di acido ialuronico. I filamenti legati tra loro diventano stabili, come una rete compatta, e il tutto diventa un gel solido.
Ricapitolando
- Acido ialuronico libero: nessuna proprietà visco-elastica, liquido al tatto, durata di poche ore. È utilizzato come iniettivo nella cosiddetta biostimolazione: essendo liquido dà solo uno stimolo al tessuto dove viene iniettato e viene assorbito rapidamente.
- Acido ialuronico reticolato o cross-linked: proprietà visco-elastiche, vari gradi di durezza o morbidezza, gelatinoso al tatto, durata variabile quantificata in mesi. È utilizzato invece per integrarsi con i tessuti, dare loro una forma e durare nel tempo.
Cosa cambia da un filler ad un altro?
Il numero delle molecole cross-linkanti e il tipo di legame che formano renderà il gel, cioè il nostro filler, morbido, denso o duro: più forti e numericamente alti saranno i legami, maggiore sarà la rigidità e la durezza di un filler, al contrario, legami deboli e numericamente inferiori andranno a rendere il filler più morbido.
Ma c’è anche un altro fattore importante che differenzia i diversi tipi di filler, ovvero la concentrazione di acido ialuronico utilizzata (espressa in mg/ml).
Le varie aziende che producono varianti di filler cambiando questi parametri fondamentali sono in grado di realizzare filler con proprietà molto diverse tra loro in termini di morbidezza/durezza, durata maggiore/minore, integrazione nel tessuto ottimale o meno.
Ecco due parametri importanti per quantificare le proprietà visco elastiche:
Il modulo elastico – G’ (g prime): indica la capacità del filler di ritornare alla propria forma originaria quando sottoposto a forze dinamiche. In sostanza, più alto è il modulo elastico “più duro e compatto” sarà il gel.
La viscosità – G” (g secondo): la forza che lega insieme le particelle dell’acido ialuronico e indica la resistenza del filler alle forze dinamiche. In questo parametro potremmo anche definirlo come la coesività del gel, tuttavia a causa della mancanza di una tecnica di misurazione standardizzata, le opinioni scientifiche sono in conflitto.
Ecco perché affidarti ad un medico estetico professionista…
Alla luce di quanto detto finora è chiaro che le informazioni sul tipo di filler da utilizzare, in particolar modo la concentrazione e il tipo di cross-linkaggio, sono fondamentali nella scelta del tipo di filler da utilizzare e sulla sua collocazione nel viso.
Il medico estetico deve essere a conoscenza di queste informazioni, perché è da loro che dipende la scelta giusta del filler.
Ad esempio, se si deve trattare una zona delicata e con cute sottile si dovrà utilizzare un gel morbido (quindi con un grado e percentuale di cross-linkaggio bassi). Utilizzare un filler duro (e quindi con un grado e percentuale di cross-linkaggio alti) significherebbe creare dei noduli visibili.
La conoscenza quindi del tipo di filler è fondamentale.
Ecco perché spiego ai miei pazienti che non sempre si possono trattare con un’unica fiala vari distretti del volto.
Il filler da utilizzare va scelto in base all’area da trattare, alla tecnica iniettiva che si utilizza e all’obiettivo che si vuole ottenere.
Solo così si avranno risultati ottimali e naturali.
…E se invece fosse necessaria un’iniezione di Botox? Qui parlo delle differenze tra Filler e Botox, altro argomento davvero interessante!
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Ti aspetto!
Dott.ssa Giulia Fioravanti